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Mi chiamo Maura Gottardo, in arte Maura Yoga, gli articoli sono dedicati alle curiosità e alle persone di valore, attraverso canali sensibili quali lo Yoga, HandPan, cavità tibetane e divertimento, Ti aspettiamo [email protected]

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Guru e Gurvī

Il significato e l’uso di queste parole

è sempre stato elemento di discussione per i molteplici aspetti.

Repubblica: In India, appellativo onorifico con il quale viene designato

un capo religioso o un maestro spirituale.

|| estens. Nel mondo occidentale, capo carismatico, guida di un movimento culturale

|| iron., spreg. Persona che si atteggia a maestro spirituale e che viene venerata come tale

Treccani:

guru s. m., sanscr. [vedico gurū «pesante, venerabile», affine al gr. βαρύς e al lat. gravis «grave, pesante»]. – 1. Titolo attribuito in India inizialmente a ogni persona degna di rispetto e di venerazione, e in seguito a colui che ha la responsabilità dell’educazione religiosa del discepolo.

Osserviamo qualche riflessione eloquente riguardo la storia, tratte da fonti autorevoli.

Yoga Teoria e pratica  “ Insegnante allievo” (Ed. Corriere della sera).

È necessario aver ben chiaro che l’uso oggi, in Occidente, nell’insegnamento dello yoga del vocabolo “guru” da un lato importa un’idea di rapporto che difficilmente può conciliarsi con il tipo di vita che conduciamo e con le caratteristiche che, culturalmente ci connotano; dall’altra parte e comporta il rischio di uno svilimento della figura che individua, nella volgarizzazione generalistica che il termine ha subito, se non addirittura di un’espressa connotazione negativa della stessa.

Il termine Maestro che deriva dal latino magister:Vocabolo antico, appartenente a lessico giuridico sacrale, che indica colui che è superiore e quindi guida, il comandante, e solo in un secondo tempo per riduzione al linguaggio della quotidianità, anche il maestro, cioè colui che, avendo superiori conoscenze, conduce lungo la via dell’apprendimento, insegna.

Nello yoga contemporaneo l’introduzione del termine maestro deve avvenire almeno sotto il presidio della consapevolezza.

L’insegnante di yoga che non si ponga anche in ascolto, dunque, che non si lasci segnare dall’allievo ed alle restituzioni che ne vengono, che pensa l’insegnamento come fenomeno unidirezionale, non è un vero insegnante, ma forse è solo un piccolo tiranno presuntuoso, bisognoso di affermare se stesso.

In proposito va sottolineato anche, da ultimo, che l’insegnante di yoga senz’altro non è un istruttore benché spesso oggi, purtroppo, lo si possa pensare di alcuni di essi. Tale termine, infatti, evidenzia ancora una volta un rapporto comunque in qualche misura autoritario: tra un soggetto che fornisce istruzioni, cioè indicazioni tecniche su come fare una certa cosa (in ultima analisi, insomma, comandi), e un altro che segue, auspicabilmente nel modo più conforme.

Colui che insegna è a sua volta un allievo, colui che allievo può di venire poi a suo turno insegnante.

Le qualità di un buon insegnante sono la manifestazione di un atteggiamento di concreta umiltà e rispetto e l’avvicinarsi a un sapere tanto vasto è un’esperienza essenziale tanto radicale, oltre che mutevole, che non è possibile considerare da parte di nessuno come conosciuti e di esplorati sino in fondo, tali che rispetto ad essi non vi è chi non si trovi nella posizione di chi ancora e sempre ha qualche cosa da apprendere.

Le regole della prossimità corporea costituiscono un fatto culturalmente determinato e quindi bisognerà tenere conto del contesto in cui si insegna; tuttavia in generale sicuramente l’ascolto attento da parte l’insegnante dei messaggi che il signor allievo invia circa tali confini soggettivi, proprio attraverso il suo corpo, la sua postura, il suo collocarsi nello spazio, può costituire un buon punto di partenza per interagire nel rispetto dell’altro.

Il rispetto dei limiti corporei dell’allievo, si traduce poi anche una seconda direzione. L’insegnante dovrebbe, infatti, esercitare una consapevole prudenza nel porre all’allievo solo quelle pratiche per le quali abbia valutato che gli sia pronto salva infatti l’auto responsabilità di ciascuno, di cui si è scritto in precedenza, va da sé che chi si rivolge a un insegnante per apprendere confidi nella maggiore esperienza dell’insegnante stesso e, nel fatto che egli sappia ciò che fa.

Un buon insegnante dovrebbe saper modulare il grado e la propria interazione corporea in modo differente ciascuno allievo, cercando di Relazionarsi con la sua individualità e non con un modello astratto e teorico.

La consapevolezza e la centratura dell’insegnante hanno in proposito un ruolo essenziale, non solo nell’incoraggiare (cosa che, purtroppo invece, a volte accade), ma anche nello scoraggiare l’insorgere di atteggiamenti di questo tipo: vigilare sui possibili segnali di una tale propensione nell’allievo a deflettere le richieste che vanno aldilà del rapporto di Insegnamento. In senso proprio è un preciso dovere etico dell’insegnante di yoga, benché spesso la tentazione, anche in buona fede, di soddisfare le richieste dell’allievo possa essere forte.

E l’insegnante, insomma, in quanto parte in un certo senso più forte della relazione, che deve in prima persona porre delle limitazioni precisa rapporto, mettendo in chiaro quali siano le sue competenze, evitando di giocare l’apprendista stregone azzardando risposta in merito ad argomenti sui quali non ha una formazione specifica, rinviando eventualmente l’allieva persone più competenti senza presunzione.

Tuttavia, anche gli allievi dovrebbero avere ben presente la necessità di rispettare l’insegnante in quanto tale. L’allievo dovrebbe aver chiaro che l’insegnante è un essere umano.

In che misura l’errore dell’allievo è vero errore, che nel suo interesse bene correggere? In che misura invece, il bisogno di correggere corrisponde un’esigenza di controllo e di affermazione di sé e del proprio modo di vedere le cose da parte dell’insegnante?

Là dove in un passato tradizionale la trasmissione lo yoga veniva nel segno della gratuità, oggi invece, nella maggior parte dei casi essa prevede una retribuzione in denaro, commisurato al tempo della lezione e, semmai, all’esperienza dell’insegnante.

Dovrebbero formarsi progressivamente nel mercato una Consapevolezza e una cultura della qualità professionale, atte ad agevolare sempre più la “selezione da parte degli utenti dei professionisti seri da quelli meno seri”.

Lo scopo di queste citazioni è quello di anteporre una riflessione verso quale percorso si voglia intraprendere.

Poiché in questa contemporaneità si rischia di cadere in qualche illusione, sia verso quello che  è yoga, sia verso la scelta l’insegnante.

 

Dal capolavoro di Antonio Rigopoulos:

“GURU”, sicuramente da leggere.

“In realtà, guru è il titolo che si da al maestro in cose religiose”.

“secondo la tradizione brāhmanica, Si può solo nascere hindū”.

“Tuttavia questo maestro spirituale, guru, per quanto stimato divino, era spesso un uomo ignorante e persino corrotto, rigonfio della sua propria grandezza spirituale, e moralmente incompetente ad essere la figura di qualsiasi corpo religioso. Tale tipo esiste tuttora ed è una delle più grandi pietre d’intoppo sulla via del progresso morale”

(La figura del maestro trova elementi significativi e controversi tra il punto di vista indù è quello buddista per esempio).

La retorica del neo induismo vedantino sottolinea infatti, come tutte le religioni siano vere e conducono al fine ultimo enfaticamente asserendo di non desiderare la conversione all’induismo, bensì che il Cristiano riscopra i fondamenti della propria fede e che sia un cristiano migliore, il musulmano musulmano migliore eccetera salvo aggiungere che l’acme della verità coincide col Vedānta, e in ultima analisi, con la persona del guru.

Quanto alle qualificazioni dell’ācārya , in Upadeśa – sāhasrī 2.1.6 si legge : E il maestro è in grado di valutare i pro e contro ( d’un qualsiasi argomento ) , è dotato di comprensione , memoria , serenità , autocontrollo , compassione , benevolenza e ogn’altra virtù ; è versato nella dottrina tradizionale ; non invischiato in alcun godimento , visibile o invisibile , egli ha abbandonato ogni attività rituale con i suoi requisiti ; conoscitore del Brahman ( brahma – vit ) egli è fermamente stabilito nel Brahman ( brahmani sthito ) ; egli conduce una vita irreprensibile , esente da difetti quali la frode , l’orgoglio , l’interesse personale e via dicendo ; col solo scopo d’aiutare gli altri egli desidera far uso della conoscenza ( Mayeda , 1992 , p . 212 , trad . Antonio R. ) .

Il Dio che parla e che cammina

Māhātma Gāndhī:

Io credo nelle teorie indù riguardo al guru e alla sua importanza nella realizzazione spirituale. Penso che ci sia molto di vero nella dottrina secondo cui la vera conoscenza è impossibile senza un guru.

Ma i Guru di quest’ epoca sono rari.

Stefano Piano:” Guru Bhakti

Devozione al maestro. Secondo la cultura tradizionale hindū la Guru Bhakti

è una virtù essenziale per qualsiasi tipo di cammino spirituale (se si escludono le tendenze estreme della scuola Sahaya- yoga).

Il discepolo deve abbandonarsi al maestro, donarsi totalmente a lui, praticando nei suoi confronti un’assoluta obbedienza ( guru-śuśrusā) e venerandolo come un dio, quale egli veramente è sulla terra. In questo senso il maestro ideale è, naturalmente Viṣṇu Kṛṣṇa, l’avatāra ( incarnazione  divina) per eccellenza, il quale impartisce nella Bhagavad Gītā all’amico e discepolo Arjnuna L’insegnamento del supremo segreto della disciplina interiore dello yoga.

Ācārya- sevana “Servizio al maestro. Elencato dall’ Uddhava- gitā (Il canto del divino rivolto a Uddhava) fra i 10 Niyama o “ osservanze” dello yoga, consiste in un atteggiamento non solo di servizio vero e proprio (sevā), ma anche di venerazione (upāsana) del maestro ( guru, ācāria), la cui figura riveste una notevole importanza in tutte le scuole di yoga.

Mi pare appropriato terminare l’illustrazione di questo primo modello di rappresentazione del maestro citando le solenni raccomanda zioni che l’ācārya rivolge al brahma – cārin in Taittirīya Upanisad 1.11.1-4 :

Dopo aver spiegato il Veda il maestro istruisce il discepolo , « Dì il vero (satyam vada ) . Segui la giustizia (dharmam cara) . Non trascurare lo studio del Veda . Dopo aver portato al maestro  (al momento del commiato) un’offerta gradita , non interrompere la linea della discendenza . Non bisogna trascurare la verità , non bisogna trascurare il dovere , non bisogna trascurare la salute non bisogna trascurare il benessere , non bisogna trascurare lo studio e l’insegnamento del Veda» . « Non bisogna trascurare il dovere verso gli antenati e gli dèi . Per te sia divinità la madre , divinità il padre , divinità il maestro , divinità sia l’ospite . Le azioni (rituali) non soggette a biasimo , queste bisogna fare , non le altre .

Le azioni per noi virtuose devi compiere , non le altre » . « I brāhmaṇi che sono migliori di noi , devi onorarli con l’offerta d’un seggio . Bisogna dare con fede , non dare senza fede . Bisogna dare con magnanimità , bisogna dare con modestia, bisogna dare con rispetto, bisogna dare con simpatia . Se poi hai dei dubbi sulle azioni sacrificali o sul modo di comportarti, comportati come si comportano quei brāhmaṇi che siano capaci di retto giudizio , abili , esperti , benevoli , dediti al proprio dovere . Nei confronti di ciò che è soggetto a critica, comportati come si comportano quei brāhmani che siano capaci di retto giudizio, abili, esperti, benevoli, dediti al dovere » . « Questo è il precetto , questo è l’insegnamento, questa è l’arcana dottrina upanişad ) dei Veda . Questo è l’ammaestramento . Così deve essere osservato , così invero deve essere osservato » ( Della Casa , 1976 , pp . 289-90; per altra resa italiana delle Upanişad vediche , cfr . Filippani – Ronconi , 2007 ) .

Ad esempio, si dice che la sillaba gu significhi l’oscurità dell’ignoranza e ru, al contrario, lo splendore della conoscenza, per cui guru significherebbe uno che dissipa l’oscurità dell’ignoranza con la sua luce (vedi anche Guru – gītā 23  -24; Advaya – tāraka Upanişad 16; Saura Purāņa 68.10).  Inoltre, si dice che la sillaba gu indichi ciò che è al di là delle tre guņa, cioè le “qualità” inerenti alla natura.

(Antonio Rigopoulos)

Guru

Il fondamento della civiltà dell’India

 

Maria Teresa di Calcutta

Maria Teresa di Calcutta

Conclusioni personali

Per gli insegnanti e i praticanti la Yani Yoga-associazione nazionale insegnanti offre indicazioni contenute nel codice di condotta, necessarie per discernere dal Supermercato Yoga e affini.

Lo studio, la conoscenza sono elementi indispensabili per discernere da aberranti contagi.

 Leggendo i riferimenti bibliografici è evidente come l’uso delle parole e dei suoni

ha un’importanza fondamentale.

Troppo spesso le parole vengono usate ed abusatate, come del resto lo sono anche le competenze.

Basta pensare agli esperti psicologi ed al loro percorso formativo, che nonostante l’impegno e studio prolungato nel tempo, non consete loro di Toccare le persone.

Allora perchè ci sono tutte queste figure inesperte a proporsi come Insegnanti, maestri spirituali o guide, addirittura motivatori

Ma poi sono davvero così buoni e coerenti?

Cosa hanno realizzato nella loro vita per ritenersi modelli da seguire?

Si tratta di coerente Onestà.

Anche le parole Toccano per questo è importante saper riconoscere questi Spiritosi.

Perchè capisco sia molto semplice farsi raggirare, ed essere troppo fiduciosi, è successo a anche a me,

però ad oggi con tutti i mezzi di cui disponiamo è indispensabile informarsi attentamente, perchè potrebbero essere dannosi.

Per la regola della qualità sulla quantità riconosco di aver conosciuto alcuni

Mestri, quelli di puro cuore, di cui il loro esempio è stato un gran supporto.

Li ricordo e li ringrazio, perchè le loro parole sono echi indispensabili per rigenerarsi.

Allo stesso tempo purtroppo, mi sono ritrovata negli anni, personalmente danneggiata da ciarlatani incompetenti ben venduti, che riconosco comunque come insegnamento, su ciò che non si deve fare. 

Perchè se parliamo di “Ahiṃsā, cioè la non violenza”, allora perchè nuocere agli altri?

Troppo facile mascherarsi nei Social, e siccome non si può eccellere in tutto, è evidente che chi è bravo nel commercio, sicuramente avrà delle divergenze in altre disposizioni.

 

L’elemento interessante che riassume tutto il contesto è Il DONO

Dāna dāna dāna. 

 

I Migliori Maestri hanno sempre Donato molto semplicemente per la sua vera ricchezza.

Ricchezza nei gesti, azioni, parole, distanti da Performance ma dediti ai riti e al sacrificio.

Amore incondizionato.

Stà a chi ricevere saperlo riconoscere, Ascoltare.

Donare in funzione ai frutti, non è un dono, e non rientra nemmeno in questo contesto.

Per questo motivo è importante Conoscere il discernimento.

Dal primo incontro con il Guru in India (foto 1990) il sistema è cambiato notevolmente,

quasi snaturato, perchè ora si vende tutto purtroppo.

 

Mi auguro che questo articolo sia utile per selezionare con attenzione il mercato.

Ma lo scopo principale è quello di Ringraziare i veri Guru e Gurvī che ho avuto la fortuna d’incontrare.

Non appaiono nei social e nemmeno accettano troppa gratitudine, perchè la loro Umiltà supera ogni confine, questo è il Puro Insegnamento.

 

Grazie Maura …clicca qui sopra

 

Dal primo viaggio alla scoperta dell'India, nel 1990, Yoga e Ayurveda, vita in Ashram Meditazione e Panchakarma. Trivandrum Kerala India del Sud MASTER IN YOGA STUDIES 2018 Cà Foscari Venezia Corpo e Meditazione nella tradizione Asiatica. Cultrice e tecnica specializzata di yoga con elevate competenze teoriche e pratiche, esperta nella divulgazione e valorizzazione della disciplina; 
 Esperta di teorie e pratiche yoga in grado di applicare le conoscenze acquisite in quanto consulente per le professioni mediche e fisioterapiche, con riferimento alle medicine alternative; 
 Consulente filosofica specializzata nelle teorie e pratiche yoga e nella loro implementazione in Occidente, anche in rapporto alle diverse scuole psicanalitiche e alle scienze cognitive; 
 Operatrice nel settore della commercializzazione e valorizzazione economica dei beni simbolici riferiti all’offerta delle pratiche e simbologie yoga in Occidente; 
 Organizzatrice di eventi culturali connessi allo yoga e, più in generale, alle tradizioni spirituali dell’Asia negli ambiti filosofico- religioso, artistico-visuale e medico-scientifico. Direttore Federico Squarcini con Equipe Imparagonabile, Unica.
 LETTERATURA e LINGUA SANSCRITA Università Cà Foscari Antonio Rigopoulos Nuove Ricerche Contemporanee THE HAṬHA YOGA PROJECT James Mallinson Mark Singleton’s Jason Birch Daniela Bevilacqua Nepal Accademi in Kathmandu Techer Training Formazione continua con Antonio Nuzzo Willy Van Lysebeth Socia ordinaria Y.A.N.I Associazione Nazionale Insegnanti Prima Formazione Italiana Accademia di Discipline Orientali a Padova (Ranalli). India centrale Goa Ayurveda e Yoga MarmaPoint Goa, ritiro in Ashram HATHA YOGA con Gian Domenico Vincenzi
 Treviso 2009/12 Formazione Insegnanti di Hatha Yoga, Red Gfu, Yug Yoga Yoghismo: Anatomia e Fisiologia, tematiche legate allo yoga, la meditazione con approfondimento di testi antichi di riferimento. 
Diploma insegnante di Hatha Yoga 2012 Yug Yoga Yoghismo Area delle discipline orientali,UISP
 Pratica d’Insegnamento dal 2009 Esperienze lavorative, centri benessere, Aziende, palestre ( Eventi, Seminari) etc. (consultabili in altre sedi). Scuola dell’infanzia Cristo Rè Scuole primarie ( I.Fanna) Istituto Carbonera, altre scuole primarie Esperienze di volontariato con Lega del Latte, Watsu per ragazze della comunità di Conegliano 2007/8 Mamma, yoga pre, post parto, massaggio del bambino delle Mamme, dei Papà. Vinyasa yoga Intensive in Thailandia Ricercatrice in: Yoga dalle origini, Letteratura Strumenti per praticare Atmosfere yoga, ambienti Praticanti Yoga Maestri Yoga Una raccolta di Ricordi Splendenti. Esperienze per il Cambiamento..... Grazie per la Codivisione Maura

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